Eppur si muove...

Suonare e muoversi: come e quanto?
Ci sono violinisti che si muovono in modo forsennato, dalla punta dei piedi a quella dei capelli. Ce ne sono altri invece che sono totalmente immobili e fermi, saldi sui loro piedi.
La scelta di muoversi mentre si suona è personale; diciamo che dipende anche dall'occasione. Un solista può sicuramente permettersi un maggior movimento rispetto a chi suona in orchestra.
In uno dei primi post di questo blog ho parlato di quanto sia importante la postura: piedi ben saldi a terra, busto solido, spalle rilassate e braccia morbide. Questo ovviamente è il primo passo per la "base". Da questa si può partire per muoversi più o meno liberamente seguendo la musica. L’importante è essere coscienti del nostro movimento, quindi scegliere di muoverci o di rimanere fermi. Quello che trovo assolutamente sbagliato è il movimento ripetitivo, come per esempio il dondolio incontrollato, che a volte può essere addirittura fuori tempo o i movimenti che rasentano il tic.
Il movimento è ovviamente utile e liberatorio! Fa bene studiare muovendosi: si possono eseguire scale o corde vuote, oppure brani facili, camminando, muovendo le gambe e alzando la testa, facendo insomma dei movimenti che distolgano la nostra attenzione dall’eccessiva tensione che ci porta lo strumento.
Oppure possiamo suonare un brano che ci piace e che conosciamo bene. Ci chiudiamo in una stanza perché in questi casi è necessario per potersi lasciare andare liberamente. E iniziamo a muoverci seguendo la musica, se è possibile chiudendo gli occhi: non suoneremo mai così di fronte a nessuno.... ma la sensazione di quel movimento liberatorio rimarrà sempre dentro di noi.






Questa immagine è tratta dal film "La foresta dei pugnali volanti" (per chi non lo avesse visto: la danzatrice è cieca).