La strada giusta

Come ho già scritto altre volte, chi suona uno strumento musicale non riesce a determinare con sicurezza i suoi progressi, ossia ad avere un tangibile risultato dello studio giornaliero. Un giorno si studiano molte ore e la mattina successiva ci si sveglia con il dubbio che quel passaggio difficile, tremendo, forse ancora non verrà!
Per questo motivo, secondo me, gran parte dello studio spesso è frutto di questa insicurezza, del bisogno di controllare se il passaggio c'è, se siamo in grado di eseguirlo. Così si prova e, se non viene, si ripete fino a quando, per insistenza più che per consapevolezza, magari due o tre volte su trenta, riesce bene.
Credo che invece la ripetizione dei passaggi difficili, quelli che vanno ripetuti davvero numerosissime volte, vada affrontata solo quando il passaggio è sicuro e soprattutto chiaro nella testa - e nelle mani.
Prima di tutto, quindi, cerchiamo di capire qual è il vero problema: arco, dita, velocità, cambi di posizione.... Dobbiamo essere assolutamente consapevoli di quello che stiamo facendo. Poi iniziamo a eseguirlo correttamente, anche se molto molto lentamente. Infine affrontiamo la ripetizione, anche meccanicamente, ma sempre e solo in modo corretto, come se dovessimo insegnare al nostro corpo l'esecuzione giusta.
Ripetiamo l'esecuzione corretta, il giusto percorso, e non i tentativi per raggiungere questa (che magari sono fatti di molti errori).
Lo stesso vale per la tecnica. Se abbiamo un esercizio che sviluppa la velocità, come per esempio gli esercizi di Schradiek o di Sevcik, è inutile ripetere a velocità assurde note stonate o dita storte. Sistemiamo prima tutto per bene! Posizione della mano, intonazione - che senso ha ripetere venti volte un passaggio veloce se le note sono stonate? Poi aumentiamo progressivamente la velocità fino ad arrivare a quella desiderata, che magari arriverà dopo giorni o settimane di studio corretto.
Lo studio va portato avanti con estrema attenzione e precisione, e con una concentrazione che permette di non sprecare tempo in inutili ripetizioni. Ripetere note sbagliate, passaggi sporchi o stentati equivale a ripetere l'errore e ad imparare quello.
Se dobbiamo ripetere quaranta volte un esercizio orrendo, e fatto male, quel punto è meglio uscire e farsi una bella passeggiata, almeno non si fanno danni!