Il braccio lo sapeva


Tempo fa, durante una lezione, proposi a una piccola allieva un brano che non aveva più suonato da qualche settimana. Dopo un'esecuzione, quasi perfetta, lei esclama "ero sicura di non saperlo, invece il braccio lo sapeva".
Questa affermazione, secondo me, spiega molto bene cosa significa lo studio di uno strumento musicale. Dopo aver capito e chiarito cosa e come studiare, c'è bisogno assoluto dell'automatismo.
Automatizzare una azione significa farla senza pensarci più, così come molte delle azioni che compiamo giornalmente. Sullo strumento, in particolare, il passaggio deve venire sempre e solo corretto. Facciamo quindi attenzione a ciò che ripetiamo, perché è molto importante. Stiamo insegnando al nostro braccio, alle nostre dita, un comportamento corretto. Il passaggio deve venire sempre, bene, più e più volte. Per questo si ripetono corde vuote, esercizi di tecnica, colpi d'arco e altro ancora.
Il problema fondamentale, però, è che l'automatismo ha pro e contro. Lo vediamo, appunto, nelle cose di tutti i giorni: mangiamo, camminiamo, guidiamo eternamente distratti! Raramente si pensa a ciò che si fa.
Quindi: impariamo l'automatismo del colpo d'arco, del passaggio; ripetiamolo fino a quando sono le nostre dita o il nostro braccio a guidarci. Ma cerchiamo anche di rimanere presenti a noi stessi; questo non solo nella musica.